28-02-2025, 07:58 AM

Korinna Suder
Betazoid
Percepisco… rabbia. Frustrazione… niente che faccia pensare ad una trappola. Chiunque sia a bordo non ha creato questa situazione di proposito disse Korinna, lanciando un'occhiata ai controlli, quasi temesse che, se avesse distolto per un solo istante lo sguardo, quelli avrebbero iniziato a fare di testa propria. Rassicurata dal fatto che negli ultimi trenta secondi i dati sulla console non avessero subito significative variazioni, fece cenno a G'Vera di fare silenzio e chiuse gli occhi per concentrarsi sulle proprie sensazioni. Passò qualche secondo prima che parlasse di nuovo ...hanno un ferito grave. Lo percepisco in modo confuso… forse è in stato di shock. Qualcuno è rimasto indietro… tre, quattro… sento quattro, forse cinque voci distinte. Sono assieme. comunicò Korinna mentre piano, piano cercava di ricostruire cosa si sarebbero trovate ad affrontare avvicinandosi alla Ko'Tal. Su una cosa concordava con G'Vera: non potevano lasciarli lì senza almeno tentare. Allo stesso tempo… per un istante la sua mente indugiò su Nat e suo figlio, ancora nascosti da qualche parte su Vulcano.
Cercherò di avvicinarmi rimanendo il più distante possibile dalla fonte delle radiazioni, dovrebbe aiutare a preservare i sistemi. Mi allineo con la paratia dell'hangar di carico in modo da utilizzarla come scudo... annunciò, inserendo manualmente la rotta, poi si alzò, prese la valigetta medica e la posò su quadro della strumentazione ok, questo non sarà molto ortodosso... avvertì la collega ho bisogno che mi aiuti a mantenere la direzione: prenda come riferimento l'ala dello stemma imperiale a destra sullo scafo. disse, indicando la nave di fronte a loro … deve rimanere centrata sopra a questo punto della valigetta, se si sposta mi dica di quanti gradi e in che direzione correggere la rotta, ai calcoli ci penso io. Tenga presente che, mano a mano che ci avvicineremo, dovremo essere sempre più precise. annunciò la betazoide, ritornando ai comandi ed aspettando un segno di intesa da parte della collega prima di riprendere l'avvicinamento.
Attraccare non sarebbe stato affatto semplice: un avvicinamento da quella posizione avrebbe ridotto il rischio di radiazioni, ma l'avrebbe costretta ad una virata piuttosto complessa e se non fosse stata assolutamente precisa non sarebbero riuscite ad abbordare il trasporto, vanificando l'intera operazione. Accedere dall'hangar era fuori questione: se i sopravvissuti fossero stati lì dentro, aprirlo li avrebbe contaminati. L'unica alternativa era aprire una falla nello scafo ad una distanza tale da non rischiare una contaminazione, ma sufficientemente vicino da non dover percorrere infiniti corridoi prima di raggiungere i superstiti. Korinna tamburellò nuovamente sulla console, cercando di aprire un canale di comunicazione con il trasporto Ko'Tal, sono Korinna Suder della IKS Kal'Ruq, mi ricevete? Sono qui con l'ufficiale medico di bordo, stiamo cercando di raggiungervi con una navetta. Dovremo aprire un varco nello scafo, potete reggere il colpo? chiese in un klingon un po' stentato, ma comprensibile. I dati sull'integrità strutturale della Ko'Tal sembravano indicare che avrebbe retto qualche scossone, ma se quei dati erano stati alterati dalle radiazioni come il resto delle rilevazioni dei sensori, aprire una falla rischiava di distruggere l'intera nave.
Cercherò di avvicinarmi rimanendo il più distante possibile dalla fonte delle radiazioni, dovrebbe aiutare a preservare i sistemi. Mi allineo con la paratia dell'hangar di carico in modo da utilizzarla come scudo... annunciò, inserendo manualmente la rotta, poi si alzò, prese la valigetta medica e la posò su quadro della strumentazione ok, questo non sarà molto ortodosso... avvertì la collega ho bisogno che mi aiuti a mantenere la direzione: prenda come riferimento l'ala dello stemma imperiale a destra sullo scafo. disse, indicando la nave di fronte a loro … deve rimanere centrata sopra a questo punto della valigetta, se si sposta mi dica di quanti gradi e in che direzione correggere la rotta, ai calcoli ci penso io. Tenga presente che, mano a mano che ci avvicineremo, dovremo essere sempre più precise. annunciò la betazoide, ritornando ai comandi ed aspettando un segno di intesa da parte della collega prima di riprendere l'avvicinamento.
Attraccare non sarebbe stato affatto semplice: un avvicinamento da quella posizione avrebbe ridotto il rischio di radiazioni, ma l'avrebbe costretta ad una virata piuttosto complessa e se non fosse stata assolutamente precisa non sarebbero riuscite ad abbordare il trasporto, vanificando l'intera operazione. Accedere dall'hangar era fuori questione: se i sopravvissuti fossero stati lì dentro, aprirlo li avrebbe contaminati. L'unica alternativa era aprire una falla nello scafo ad una distanza tale da non rischiare una contaminazione, ma sufficientemente vicino da non dover percorrere infiniti corridoi prima di raggiungere i superstiti. Korinna tamburellò nuovamente sulla console, cercando di aprire un canale di comunicazione con il trasporto Ko'Tal, sono Korinna Suder della IKS Kal'Ruq, mi ricevete? Sono qui con l'ufficiale medico di bordo, stiamo cercando di raggiungervi con una navetta. Dovremo aprire un varco nello scafo, potete reggere il colpo? chiese in un klingon un po' stentato, ma comprensibile. I dati sull'integrità strutturale della Ko'Tal sembravano indicare che avrebbe retto qualche scossone, ma se quei dati erano stati alterati dalle radiazioni come il resto delle rilevazioni dei sensori, aprire una falla rischiava di distruggere l'intera nave.