06-03-2025, 06:01 PM

G'Vera Roc
Klingon
G'Vera non sapeva che pensare. Prima della partenza era stata lei stessa a chiedere a Korinna di tentare una percezione dei sopravvissuti, ma ciò non rendeva meno inquietante la sua performance. I poteri della betazoide erano sbagliati, innaturali. La cosa migliore sarebbe stato diffidare di quelle strane percezioni e credere solo a quello che vedevano i suoi occhi, ma Korinna non sembrava mentire e le sue informazioni si erano rivelate sia precise che utili. La klingon faceva fatica ad accettarlo, ma erano esattamente ciò di cui avevano bisogno per completare la missione con successo: informazioni sui passeggeri ancora in vita, su eventuali minacce e sui feriti. Allora dobbiamo fare in modo di arrivare in tempo. Disse quindi, limitando il suo commento su ciò che poteva comprendere. Quattro o cinque persone sulla Ko'Tal, di cui uno gravemente ferito. Le probabilità di arrivare in tempo per salvarlo (o evitare il suo suicidio assistito, se era un klingon) erano basse ma avrebbe fatto del suo meglio nel campo delle possibilità.
La successiva richiesta di Korinna fu quello che servì per riscuoterla. Non era il momento per cercare di capire cosa farsene della stregoneria della collega, doveva concentrarsi sul pilotare quella stramaledetta navetta. Ebbe un attimo di perplessità quando Korinna prese la sua valigetta medica e la posò su quadro della strumentazione, poi fece un cenno d'assenso. Tutto chiaro. Confermò, parzialmente sollevata di non doversi occupare della parte più complessa. Non che controllare i gradi fosse un compito meno problematico: sarebbe bastato un errore o un ritardo per mandarli fuori rotta. A quella distanza ancora non era un problema, ma una volta avvicinatasi avrebbe potuto fare la differenza tra la loro sopravvivenza e la loro morte. Sono pronta.
I suoi occhi erano fissi sulla valigetta e la nave in lontananza, quando Korinna aprì le comunicazioni con la Ko'Tal. Qui Issarra, ingegnere della Ko'---zzz-zzz... La risposta giunse rapida, ma anche piena di interferenze. Non---zzz-zzz... lo scafo non reggerà. Dobbiamo---zzz-zzz... dall'interno, con un'esplosione controllata. G'Vera trattenne un'imprecazione. La comunicazione poteva essere disturbata, ma il senso era evidente: qualcuno avrebbe dovuto aprire un varco dall'interno. E quel qualcuno sarebbe stato Issarra: se le condizioni dello scafo erano così allarmanti, l'ingegnere non avrebbe mai permesso a qualcuno senza le dovute competenze di occuparsene. Da che direzione state arrivando? Non riusciamo a---zzz-zzz... i sensori sono disturbati.
Per quanto avrebbe voluto salvare tutti, non c'era molto che G'Vera poteva fare in quella situazione. Aprire un varco nello scafo era probabilmente l'unico modo che avevano per raggiungere i feriti nel tempo a loro disposizione. Se Issarra aveva intenzione di sacrificarsi per permettere loro di salvare il resto dell'equipaggio, non avevano il diritto di impedirglielo.
La successiva richiesta di Korinna fu quello che servì per riscuoterla. Non era il momento per cercare di capire cosa farsene della stregoneria della collega, doveva concentrarsi sul pilotare quella stramaledetta navetta. Ebbe un attimo di perplessità quando Korinna prese la sua valigetta medica e la posò su quadro della strumentazione, poi fece un cenno d'assenso. Tutto chiaro. Confermò, parzialmente sollevata di non doversi occupare della parte più complessa. Non che controllare i gradi fosse un compito meno problematico: sarebbe bastato un errore o un ritardo per mandarli fuori rotta. A quella distanza ancora non era un problema, ma una volta avvicinatasi avrebbe potuto fare la differenza tra la loro sopravvivenza e la loro morte. Sono pronta.
I suoi occhi erano fissi sulla valigetta e la nave in lontananza, quando Korinna aprì le comunicazioni con la Ko'Tal. Qui Issarra, ingegnere della Ko'---zzz-zzz... La risposta giunse rapida, ma anche piena di interferenze. Non---zzz-zzz... lo scafo non reggerà. Dobbiamo---zzz-zzz... dall'interno, con un'esplosione controllata. G'Vera trattenne un'imprecazione. La comunicazione poteva essere disturbata, ma il senso era evidente: qualcuno avrebbe dovuto aprire un varco dall'interno. E quel qualcuno sarebbe stato Issarra: se le condizioni dello scafo erano così allarmanti, l'ingegnere non avrebbe mai permesso a qualcuno senza le dovute competenze di occuparsene. Da che direzione state arrivando? Non riusciamo a---zzz-zzz... i sensori sono disturbati.
Per quanto avrebbe voluto salvare tutti, non c'era molto che G'Vera poteva fare in quella situazione. Aprire un varco nello scafo era probabilmente l'unico modo che avevano per raggiungere i feriti nel tempo a loro disposizione. Se Issarra aveva intenzione di sacrificarsi per permettere loro di salvare il resto dell'equipaggio, non avevano il diritto di impedirglielo.