TFB zone d'ombra
#31

Korinna Suder

Betazoid

Alle parole di G'Vera, Korinna annuì. In realtà non aveva nemmeno bisogno che la Klingon verbalizzasse quel pensiero, perché lo aveva colto nel momento stesso in cui la dottoressa aveva letto i dati al momento sto bene garantì sincera tamburellando contemporaneamente sulla console di fronte a sé per impostare il pilota automatico ... ma se può ritardare gli effetti non mi tiro certo indietro rispose, più che disponibile ad accettare qualunque farmaco G'Vera avesse a disposizione. La betazoide controllò un'ultima volta la strumentazione, per accertarsi che il pilota automatico non cercasse di recuperare i dati di navigazione dai sensori guasti, ma seguisse la rotta impostata manualmente. Dopo pochi minuti si ritenne sufficientemente soddisfatta e si alzò dalla postazione del pilota per guardarsi attorno. I klingon erano evidentemente scossi, un po' per le condizioni della loro compagna, un po' perché nelle ore che avevano passato a bordo si erano ormai convinti che nessuno avrebbe risposto alla loro richiesta di soccorso. Korinna si tenne in disparte, lasciando loro il tempo per recuperare, ma poteva comunque sentire su di sé gli sguardi fugaci e i pensieri sospettosi.

Passarono alcune ore prima che Korinna tornasse nuovamente alla console, per controllare la posizione della Kal'Ruq. Per diversi minuti scansionò l'area circostante, con nervosismo crescente: la nave avrebbe dovuto essere lì. Perché non c'era? I sensori a lungo raggio erano completamente fuori uso e quanto rilevava dai sensori a corto raggio era confuso e frammentato. Per l'ennesima volta controllò la loro posizione, considerando varie opzioni: erano fuori rotta? La Kal'Ruq si era spostata? Era sotto il loro naso, ma i sensori guasti non permettevano di rilevarla? Si stava ancora arrovellando su quelle questioni, quando sulla console trillò il segnale di un messaggio in entrata. Subito aprì un canale di comunicazione, riconoscendo il codice di chiamata Kal'Ruq, qui Suder... i nostri sensori sono fuori uso, non riusciamo a rilevare la vostra posizione li informò.
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#32

G'Vera Roc

Klingon

Questo è un bene, Confermò G'Vera. ma se cominciasse ad avere qualche sintomo, me lo dica. Aggiunse, mentre recuperava un ipospray dalla valigetta medica. Esitò un momento, decidendo infine di andare sul sicuro e impostare una dose inferiore a quella che avrebbe dato ad un klingon. Non avendo familiarità coi betazoidi, preferiva partire con meno e al massimo aggiungere dopo che iniettarle una dose troppo forte. Le sto per fare l'iniezione. La avvertì, poi le iniettò la dose sul lato del collo, direttamente nella carotide. Dopo di che tornò nel retro della navetta per controllare il resto dei suoi pazienti. L'arrivo pochi minuti dopo di Korinna la sorprese, ma non eccessivamente. Non era sicura se fosse una buona idea affidarsi al pilota automatico mentre avevano problemi ai sensori, ma avevano tutti bisogno di riposare. Anche Korinna. E, considerando la situazione, non era detto che una persona fisica fosse in grado di fare meglio del pilota automatico.

Così, le ore passarono. Tra un controllo e l'altro (e una piccola crisi medica per Manda), G'Vera tentò di riposare anche lei. Per fortuna, i suoi sintomi non si erano aggravati, segno che il sovradosaggio non era stato così grave da metterla in pericolo di vita, ma l'emicrania continuava ad essere fastidiosa. Non era in perfetta forma, e ciò avrebbe potuto compromettere il suo lavoro. Fu quindi decisamente sollevata quando sentì la voce di Korinna dalla postazione di pilotaggio. Era infatti evidente che la betazoide stesse parlando con la Kal'Ruq. G'Vera la raggiunse, sedendosi nella postazione del copilota giusto in tempo per sentire l'addetto alle comunicazioni dar loro indicazioni su come correggere la rotta. Non era una voce familiare, ma G'Vera non poteva dire di conoscere tutto l'equipaggio. Qui Roc. Posso chiederle di allertare l'Infermeria? Si aggiunse alla conversazione, appena il problema più grave - la correzione di rotta - fu risolto. Abbiamo quattro membri dell'equipaggio della Ko'Tal a bordo. Sono stati tutti esposti alla radiazioni, e uno di loro è grave. Anche Suder io abbiamo bisogno di cure mediche.
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#33

Korinna Suder

Betazoid

Mentre G'Vera dava indicazioni di allertare l'infermeria, Korinna corresse la rotta. Con i sensori fuori uso non aveva la minima idea se le coordinate inserite fossero corrette, così attese che il medico avesse terminato le sue indicazioni prima di richiedere ulteriore assistenza e farsi praticamente guidare manualmente fino all'interno dell'hangar. Fu solo quando la navetta finalmente toccò terra che tirò un sospiro di sollievo, affondando per un momento nella propria poltrona. E' andata... commentò, forse più a se stessa che agli altri presenti. Dubitava che chiunque non fosse un pilota avesse la minima idea di quanto fosse complesso far volare una navetta in quelle condizioni e lei non poteva nemmeno considerarsi un pilota esperto... anche se molto probabilmente meritava un brevetto honoris causa dopo quell'avventura.

Ovviamente i problemi non potevano essere finiti e non fu una grande sorpresa scoprire che le radiazioni avevano completamente fuso le guarnizioni del portello di accesso, praticamente sigillandoli all'interno. Fortunatamente i Klingon non si facevano problemi ad utilizzare le maniere forti quando necessario e non ci volle molto prima che uno degli ingegneri riuscisse a forzarzarlo con metodi non propriamente da manuale. Subito alcuni membri dell'equipaggio si infilarono all'interno, sollevando i feriti con tutta la cautela di cui erano capaci per trasportarli verso l'infermeria che, su richiesta di G'Vera, era pronta a gestire l'emergenza medica.

Ce la faccio disse Korinna, fermando con un cenno un collega che sembrava intenzionato a sollevarla dalla sedia. Stanca, leggermente stordita, ma ancora apparentemente senza gravi conseguenze per quanto riguardava le radiazioni, si tirò in piedi. Devo parlare con il Capitano, ditegli che è importante. informò l'ufficiale che era arrivato per soccorrerla, pregando che non le prendesse per farneticazioni causate dalle radiazioni.
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#34

G'Vera Roc

Klingon

Era andata? La battaglia di G'Vera non si era ancora conclusa, anzi forse era solo all'inizio, ma comprendeva il sollievo di Korinna. Erano riuscite a ritornare sulla Kal'Ruq, e nessuno dei suoi pazienti era ancora morto. Considerato tutte le cose che sarebbero potute andare male in quella missione, era già un'importante vittoria. Tra le condizioni della navetta, l'irradiamento da radiazioni e la possibile presenza di romulani nell'area, le probabilità di riuscita della loro missione erano estremamente basse. Ma in qualche modo che l'avevano fatta. Così, G'Vera annuì a quella affermazione di sollievo. Sì, siamo in salvo. Rispose, tornando ad occuparsi di Manda mentre aspettava che gli ingegneri finissero di forzare il portello d'accesso. Fu solo quando la donna fu al sicuro su una barella e diretta all'infermeria assieme ai suoi compagni coscienti, che G'Vera osò pensare alle sue di condizioni. Stava per dirigersi anche lei in infermeria, quando sentì la richiesta di Korinna.

Confermo che è importante. Disse, dopo una breve esitazione. Non aveva idea di cosa Korinna volesse riferire al capitano, ma sospettava che fosse legato all'anomalo livello di radiazioni a cui era stata esposta. Aveva provato a farle domande in proposito sulla navetta, ma la collega si era rifiutata di rispondere. Per quanto G'Vera si sentisse parzialmente offesa dalla sua reticenza, non poteva far a meno di chiedersi se avesse scoperto qualcosa di grave sulla Ko'Tal. Era possibile che si stesse sbagliando, ma G'Vera preferiva venir rimproverata per aver disturbato il capitano per nulla che rischiare di sottovalutare una minaccia. Chiedete al capitano di raggiungerci in infermeria. Minaccia o meno, sia Korinna che lei avevano bisogno di cure mediche. Non avrebbe permesso ad una paziente di andare a zonzo per la nave. Andiamo. Aggiunse, rivolta a Korinna, con un tono che non ammetteva repliche. L'avrebbe accompagnata in infermeria, a costo di trascinarvela con la forza. E sicuramente la sua dannatissima emicrania non l'avrebbe fermata!
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#35

Korinna Suder

Betazoid

Korinna rivolse un'occhiata interrogativa a G'Vera: non si aspettava che la Klingon decidesse di supportarla, specialmente considerando che fino a quel momento aveva tenuto la klingon all'oscuro di quanto aveva scoperto nel corso della propria passeggiata e quanto i klingon, per cultura, odiassero essere all'oscuro di qualcosa. La ringrazio disse quindi sincera, seguendo senza fare storie la collega verso l'infermeria. Lasciò che il personale medico facesse tutte le analisi di cui aveva bisogno, ma quando il Capitano Khemara comparve sulla porta, la betazoide balzò giù dal lettino per andargli incontro. Possiamo parlare in privato? chiese, perfettamente consapevole di come quella fosse una richiesta che i Klingon non prendevano molto bene. Non fu quindi sorpresa quando quella domanda venne accolta con un senso di fastidio.

Quello che ancora una volta non si aspettava, fu che Khemara decidesse di assecondarla, facendo strada verso l'ufficio di G'Vera. Korinna chiuse rapidamente la porta alle proprie spalle, poteva percepire chiaramente l'impazienza dell'uomo, così non girò attorno alla questione forse aveva ragione sui Romulani annunciò riceverà quanto prima un rapporto dettagliato, ma sulla Ko'Tal mi sono dovuta separare del resto della squadra e ho scoperto qualcosa di allarmante. Apparentemente la causa delle radiazioni che hanno colpito la nave era un congegno presente nella sala macchine, non saprei dire se un tipo di arma o altro, ma aveva l'aspetto tipico della tecnologia romulana. La cosa più preoccupante, tuttavia, era che è stato innestato all'interno della nave: l'esplosione che ha generato ha aperto lo scafo verso l'esterno, c'è la possibilità che i Klingon che abbiamo salvato fossero a conoscenza della presenza del congegno. disse, perfettamente consapevole di quanto quelle fossero gravi accuse e che se si fossero rivelate vere, avrebbe significato che avevano appena portato a bordo dei possibili traditori klingon.

Sapeva anche che G'Vera non avrebbe preso bene il fatto che, nonostante le sue esplicite domande, l'avesse tenuta all'oscuro della situazione, e in propria difesa non aveva altro se non il fatto che dichiarare pubblicamente la cosa non sarebbe servito a nulla se non a peggiorare la situazione rischiando uno scontro con l'equipaggio della Ko'Tal… o peggio, il fatto che G'Vera decidesse di lasciarli lì… o, ancora, che qualcuno decidesse di tentare il recupero del congegno radioattivo uccidendo tutti loro. Nonostante Korinna fosse stata addestrata ad assumersi la responsabilità di simili decisioni, sapeva anche che i klingon ragionavano in modo diverso dagli ufficiali della Flotta e se già dei Federali l'avrebbero messa in discussione per una simile decisione, con dei Klingon la cosa rischiava di finire molto peggio. La sua abitudine a cercare di fare ciò che riteneva essere la cosa giusta, tuttavia, le faceva passare in secondo piano qualunque altra preoccupazione.

vedi tu se vuoi fare che G'Vera li segue e scopre la cosa o meno, a me bastava non parlare di fronte ai superstiti nel caso decidessimo che siano collaboratori romulani che hanno effettivamente cercato di farci allontanare dalla nostra posizione. In caso uso il metodo Deanna: "oops, percezioni confuse, non so se sono collaboratori romulani"
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#36

G'Vera Roc

Klingon

G'Vera si limitò ad annuire al ringraziamento di Korinna, ancora infastidita dalla reticenza della collega. Immaginava che la betazoide avesse una ragione per aver deciso di tenere tutti (compresa lei) all'oscuro fino a quel momento, ma ciò non rendeva la situazione meno odiosa. Se G'Vera riusciva ad accettarla, almeno parzialmente, era perché si era fatta una certa esperienza come medico personale e amica di Seeth. La mezza klingon poteva essere nata e cresciuta nell'Impero, immersa nella loro cultura, ma ogni tanto ricadeva nelle reticenze e nei segreti tipici di Federali e romulani. Un'eredità del suo simbionte, o magari un'influenza da far risalire alla sua defunta madre. In ogni caso, se G'Vera poteva sopportare lei, poteva sforzarsi di far lo stesso con Korinna. Spero solo che tutta questa segretezza sia giustificata. Pensò, mentre si dirigevano verso l'infermeria.

Fu solo una volta nell'ufficio assieme a Korinna e il capitano che G'Vera si rese conto che avrebbe preferito il contrario. Mi stai dicendo che ho passato tutto questo tempo a curare probabili traditori!? Domandò, tra l'esasperato e l'arrabbiato. G'Vera era un medico klingon. Aveva principi professionali diversi da quelli dei medici federali. Sarebbe stata in grado di lasciare un nemico morire davanti ai suoi occhi, o aiutare un paziente a compiere il suicidio rituale. Aveva rischiato la vita per quei bastardi, arrivando anche a togliersi la tuta protettiva per metterla a Manda, e ora scopriva che potevano essere collusi coi romulani. Non era solo fastidioso, era una tragedia! Non era l'unica a pensarlo, perché Khemara scelse proprio quel momento per esclamare: E sapendolo, lei ha deciso di portarli comunque a bordo? Il suo tono non era semplicemente seccato, era furioso.
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#37

Korinna Suder

Betazoid

Tra le abilità di Korinna non c'era certo quella di poter predire il futuro, ma si era aspettata esattamente quella risposta da parte dei Klingon. No rispose in direzione di G'Vera ... non ho detto "probabili", ho detto "possibili", come è altrettanto possibile che siano tutti innocenti o che lo sia qualcuno di loro ci tenne a sottolineare e se ci fossimo fermati ad interrogarli prima di partire… beh, probabilmente non saremmo qui: se non fosse stato per l'aiuto di Issarra dubito che io o lei saremmo riuscite ad adattare quello smorzatore inerziale e ripartire. precisò in direzione della dottoressa prima di rivolgersi al capitano.

… e mi assumo la responsabilità per averli portati a bordo: potrebbero sapere cosa è successo sulla Ko'Tal e dove si trovano attualmente i Romulani o cosa progettano di fare. Al momento sono confinati in infermeria e non hanno motivo di sospettare che noi siamo a conoscenza del marchingegno a bordo della loro nave. precisò pazientemente, sperando che dopo il primo momento di indignazione anche i due klingon si sarebbero resi conto del vantaggio che questo poteva costituire se solo avessero prestato un po' di attenzione nell'interagire con loro. Senza contare che, con la dose di radiazioni che l'equipaggio della Ko'Tal aveva assorbito, avrebbero avuto una facile scusa per trattenerli in infermeria. Anzi, molto probabilmente nemmeno i superstiti avrebbero avuto particolare voglia di andarsene in giro.
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